Il
faro di Genova
 pulsa,con il suo battito lento e costante,assillante
 -
Toc, toc, toc, toc, scandito
 da una luce intermittente -
Persistente, ipnotica, accecante  e ci ricorda  che
passano  i secondi
 -
Come un orologio,
come il battito  di un cuore -
Ci dice che c'è la nascita e  c'è la morte  -
La gioia, il dolore, la cura e l’abbandono - 
Il bianco, il nero, il tutto
e il niente -
L'amore, l'odio, il rancore
e il perdono  - 
L'alba, il tramonto, la
forza e la debolezza  - 
Il paradiso, l'inferno,
i sorrisi e le lacrime -
La vittoria,
la sconfitta,  la rabbia,
la calma,la guerra e la pace -
Il bicchiere  mezzo  pieno, il bicchiere
 mezzo vuoto -
Vedrai  la vita in mezzo,
le vie di mezzo  - 
Troverai il grigio,
il sereno, i confini, la linea dritta con un inizio e una fine -
Finisce perché è finito il foglio mamma, altrimenti
continuerebbe! -
Le tue risposte sono frecce appuntite  -
Preparate da un piccolo grande fabbro a cui non scappa
nulla -
Importa che non ci siano curve Giulia, non troppe! -
Sperando di convincerti insisto, come sempre -
Come quando, in auto, ti viene il vomito perché, la strada,
è troppo agitata! -
Vedrai,  nel bicchiere,  l'acqua a metà - 
Vedrai  la panchina
-
Perché  non
devi giocare
sempre, non puoi combattere sempre  -
Ti stancheresti a stare sempre sul ring, ti sembrerebbe
di impazzire, di morire - 
Se non sei in gara, una volta, non succede
niente - 
Puoi fermarti a guardare e camminare piano -
Annusare i fiori,toccare le cose,prenderti il tempo -
Ascoltare  la ragione  e il cuore -
Pensare, godere,anche nell'attesa, trovando, con calma,  la giusta  via
 -
Sbaglierai,
a volte, ma ti perdonerai,sbaglieranno,
perdonerai anche loro -
Porterai  la rabbia
 in fondo al mare,con una bella nuotata  -
Porterai
la rabbia  in cima al cielo,con una bella scalata  -
Io non sono stata così brava - 
La rabbia  l'ho urlata,l'ho
 picchiata,
l'ho
 fatta esplodere incontrollata  - 
Ho bestemmiato  e mandato
a fare in culo - 
Anche te e Dio,
la mia anima e la mia mamma,
il tuo papà e il mio -
Anche  la vita, la morte e quelli che se ne
sono andati, che non ci sono più -
Anche
quelli che sono diventati  angeli,che non posso
più toccare  -
Quelli che non posso più ascoltare
-
Quelli a cui avrei avuto ancora qualcosa  da dire
- 
Quelli che avrei potuto  amare
di più -
I sensi di colpa sbattono  dentro, in ogni momento
 -
Si fanno sentire, loro,forti più che mai -
Hai imparato  da me -
Ad arrabbiarti, a vincere, a
perdere, a urlare,a sbattere le cose,
a strapparle  -
Le cose che ami e che odi -
Non hai imparato a fermarti, perché non te l'ho insegnato  - 
A non gareggiare, a non lottare, a non
soffrire, a non essere in prima fila -
A non star male,a fregartene, a lasciare  andare,
a non combattere  -
A non sfidare, a non arrenderti,
a non cercare  la gioia,
la felicità  -
A non rincorrere emozioni, quelle forti,che ti sbarellano e distruggono  - 
Quelle che ti fanno toccare  il cuore,
strapparlo, spappolarlo, insanguinarlo -
Secondo me il colore dell’amore è il
rosso mamma! -
Secondo me, invece, possiamo provare
a trovare altri colori Giulia! -
Oggi cancelliamo tutto,ci
riproviamo  - 
Insieme, tu ed io  -
In questo  mese
speciale,  cambiamo  - 
In questo
maggio maledetto, cresciamo -
In questo
maggio che non ha fine, in questo maggio bisestile - 
Che porta il male e il bene,la
nascita  e la morte -
Promesse  che,
forse, non potrò
mai mantenere  - 
Tu sei più forte di me,ce la puoi fare,
te la puoi cavare -
Sei più giovane  di me,hai più tempo per riuscirci -
C'è  stato un lungo periodo  in cui ero perfetta
 -
Una mamma  dolcissima,
una buona mamma  - 
Vivevo  per te e tu lo sentivi,
ah come lo sentivi 
 - 
Sorridevi  sempre,
non ti arrabbiavi mai,dicevi  sempre
 sì -
Non era difficile,
non avresti  avuto motivo  per ribellarti, eravamo
 serene -
Avevo  imparato
 a vivere,
accettando il nonostante tutto -
Potevo costruire un mondo migliore
 -
Con te, per  te e
te lo stavo insegnando
 -
Imparavi ed eri felice,credo, spero -
Orgogliosa  di me, ti fidavi,
mi amavi, mi credevi,
mi ascoltavi  - 
Raccontavi, raccontavo,
parlavamo, in ogni spazio del giorno
-
La vita e le favole si incastravano tra racconti infiniti
e momenti vissuti - 
C’era una volta un bambino
 piccino!
 -
Non cresceva  e vedeva  tutti gli altri bambini
che diventavano   grandi!
 -
Forti e pronti  a combattere  per avere la mano della principessa!   -
Ti sussurravo,
sperando  tu ti addormentassi, prima  della battaglia  -
Contro  i mostri cattivi  che spuntavano
dalla laguna
 sputando
fuoco - 
Non ti addormentavi  mai prima di me
e, se chiudevo le palpebre, me le aprivi -
Tiravi con forza verso le sopracciglia infilandoci dentro indice e medio -
Tu stai
parlando del Giorgetto mamma, lo so che è lui il bambino! - 
Confondevamo
 realtà e fantasia ed era
ovatta -
Ci saltavamo sopra,ci
ballavamo dentro,rotolavamo nel nirvana -
La forza di tenerti lontana dal male, di non farti pesare il dolore - 
Di non ricordarti gli abbandoni,inventandoti che sarebbero tornati -
Prima o poi, da te e da me, da ciò che avevano lasciato
- 
Dovevamo solo aspettare,dovevano solo guarire - 
Intanto,  noi,   giocare
 e non
pensare -
La forza di non farti
pressioni, di non piangere, di ridere -
Di abbracciarti,
consolarti e darmi a te senza riserve
-
Senza mai fartela pesare,senza rinfacciare  -
Il mio tempo  era il tuo, i miei giorni, le mie notti -
Ti dicevo  che ci sarei sempre  stata,in ogni momento
-
Un giorno,boom, hai visto il
mio dolore,con tutto il suo rumore -
Pesante, ingombrante, lancinante, fulminante -
La rabbia di non poter trattenere e dover scegliere -
La frustrazione, la stanchezza,
la colpa -
Il mio cane che non c'era più, che avevo portato
a morire senza di te -
Il nostro cane,che dicevi fosse ancora intorno a noi,come allora
-
Grazie ai tuoi poteri infiniti,
chiudevi gli occhi dicendomi di ascoltare - 
Mi imploravi di toccarla,Ambra -
Una carezza sul muso mentre correva
nel prato del cielo, con la sua anca guarita -
Tu potevi sentirla,sapevi vedere i corpi trasparenti, fluttuanti, sfiorenti
 -
Anche quelli che vagano come ombre impazzite - 
Un giorno mi hai vista urlare,tuo padre urlava più di me -
Tornato per gridare,dopo tanto tempo
- 
Le vene rigonfie del collo lo facevano sembrare
ancora più cattivo - 
Fuori controllo, diceva cose irripetibili
-   
Schizzava da una parte all'altra della casa,spaccando tutto -
Per una volta, smisi prima di lui di sbraitare -
Pensando che ti dovessi salvare, ti abbracciai forte,
senza fiatare  -
| 
Sentendo
 la porta che sbatteva  dietro di noi, abbracciate  e unite  - | 
È andato via, non lo facciamo
più entrare! -
Quando si calmerà
e chiederà scusa
sarà il benvenuto! -
Accarezzandoti, cercavo di rassicurarti - 
Invece non ha mai saputo chiedere scusa -
Forse le ha pensate,le
scuse, mai pronunciate -
Lo avremmo accolto, spalancando
le porte -
Giusto o sbagliato, avremmo accettato e perdonato -
Tu non hai mai avuto
colpe,gli
imperfetti eravamo noi -
Ci guardavi impietrita,non una parola o una lacrima -
Ancora una volta, eravamo rimaste
sole - 
Tu,  io e la nonna, senza uomini intorno -
La tua vita fatta di donne forti,apparentemente  forti, donne
e basta -
L'imperfezione
 non la vedevi,splendidamente  e magicamente
celata -
Poi ho cercato un lavoro che piacesse anche a te -
Qualcosa che ti facesse
ridere sempre -
La vita in festa dicevo - 
Lavoravamo
 insieme,tra un evento e l'altro,palloncini e trucchi sul viso - 
Un giorno eri una principessa,una regina, una gatta -
Un giorno, la protagonista
 del tuo film preferito - 
Abbiamo ballato e cantato al mattino,al pomeriggio,
alla sera -
Organizzato cineforum per tutti, si alzava la mano,si chiedeva,si rispondeva -
Imparavi il piacere della discussione,onesta,rispettosa, pulita
-
Ancora una volta,  un'alternativa,  c'era -
Per non pensare, per non aspettare in eterno, per non sentire  le mancanze  -
Per non ascoltare il dolore e il vuoto, perché, anche il
vuoto, ha un suono -
Sordo, bastardo burrone -
Un’alternativa fantastica, un lavoro  speciale,
protetto da quattro mura fantastiche -
Il nostro
 regno di principi
 e fate,la nostra
salvezza, il nostro
 regalo
-
Boom, il tempo  dilatato  in un momento  - 
Tempo  per te, per lavorare
 insieme
divertendoci -
Invase dai colori delle pareti, dei tavoli,delle palline
 -
Un tuffo dentro
la gabbia, nuotare  nell'arcobaleno  era bellissimo
 -
Un giorno  hai detto no -
Non mi tuffo più,
non mi interessa  più, non qui, non nelle palline!  -
Mi tuffo nell'acqua, mi voglio  allenare,
voglio  gareggiare, voglio vincere!
 -
Alzavi  sempre  di più il tono della voce -
Ti sento, non c'è bisogno
 che strilli!
-
Invece
 c'era bisogno  perché,  altrimenti,  non avrei sentito  come
al solito -  
Tu lo stavi già imparando,
così che hai aggiunto  anche il dito puntato  - 
Per farmi stare
più attenta  e ricordare
 meglio  -
L’ovatta iniziava
a sparire, i colori a sbiadire
 -
Boom e
super boom -
Crescevi e vincevi,
di principi  e fate non ne volevi più sapere
 -
Mi somigliavi,
simile al mio passato, accantonato
per te tutti quegli  anni
-
Iniziava
a pesare l'abitudine, le feste non ti bastavano più -
Non bastavano
più nemmeno  a me - 
A volte mi lasciavi  sola a gestire  trenta persone, sessanta, duemila   -
Un'altra donna stava entrando  nella tua vita, Margherita -
Cercata come un ago in un pagliaio tra mille anime perse
-
Stavo impazzendo e avevo bisogno di aiuto, ricordati di
chiederlo quando serve -
Era perfetta per noi, per i nostri principi e le nostre
fate, tornati a piacerti -
Caro non buttarlo, lo usiamo noi, Giulia ed io! -
Spesso non sopportavo quella giovane, arrogante, sicurezza
bestiale -
Carolina, ti ho detto di non buttarlo! -
Gridava, insegnandoti l'arte di costruire  con le mani e di mettere
 da parte
-
Fiori,  foglie,  fogli,  alberi  tagliati, disegnati, scolpiti  -
Che non ci sarebbero  più stati senza di voi
- 
Voi che ridavate
 vita a tutta la natura
 morta - 
Ma nemmeno Margherita è bastata  a non farmi
fallire, toccare la fine -
Sentire scivolare
 dalle mani le cose create con una fatica
immensa -
Ormai fradice di appiccicoso e acidulo sudore eravamo
rimaste Margherita ed io -
Tu ti allontanavi,
un poco, dal gioco -
Stavi con la nonna,io lontana  per ore, tornavo stanca -
Davo le mie energie ad altri bambini - 
A quelli che pagavano per divertirsi e a chi non poteva
permettersi di pagare -  
Poi boom, è successo  qualcosa  -
Non sono stata più solo mamma,
ma anche donna  - 
Tu non solo la mia bambina,  ma una bambina
 -
La tua identità  cresceva,
il tuo essere prendeva  forma
-
La tua volontà
 posizione
 -
Ti sei fatta spazio
tra di me,tra tua nonna, tra
tuo padre -  
Tuo padre, con tutte
le sue assenze e i suoi ritorni -  
Avevi  ragione
 a voler tuffarti  nell'acqua  - 
Hai vinto -
| 
Sempre - 
Ogni gara, ogni battaglia, ogni guerra, ogni abbandono - | 
Hai gridato e detto la tua,hai visto la morte e la vita -
La sofferenza e l’impotenza -
Specializzata nel tenere  il dolore dentro, composto tuo dolore -
Senza lacrime, mille silenzi difficili  da consolare  -
Boom, boom e poi boom -
Il mio malessere  improvviso  diventava  il tuo -
Il mio non bastare  diventava  il tuo -
Le mie mancanze  diventavano le tue,le mie parolacce, le mie nevrosi,  idem -
Il mio rancore,  l'hai visto anche tu,le mie debolezze,  anche -
La mia perfezione  è stata spazzata, tra un cellulare  e l'altro -
Tra bisogni  diversi, il non si può perdonare  sempre  -
I lasciami  in pace,i non adesso, i domani e gli abbracci  veloci -
Il tempo  impazzito, le ali ai piedi, la corsa dei pensieri  -
La stanchezza e i ricordi, le mani tra i capelli, tra le lacrime, tra i rimpianti  -
Tra le favole  dimenticate, quelle che avrei dovuto  scrivere  -
Quelle che non ho più saputo  raccontare  -
Un giorno  ti ho portata  con me,diversamente   da tanto tempo  fa -
Questa volta,  c'eri anche tu -
A portare  Cesarina  a morire,la figlia di Ambra  -
Nessuno  ti poteva  tenere ho pensato  fosse giusto che la salutassi  -
Per l'ultima  volta,come un soldato  -
Un soldato  che saluta la vita,che conosce  la morte,che non ha paura -
Avevi  solo cinque  anni e, ancora, boom -
Hai pianto, urlato,le tue braccia  l'avvolgevano, non volevi  lasciarla  andare -
Era la prima  volta che soffrivi  davvero  -
Il tuo dolore, sempre tanto composto e silenzioso, faceva, all'improvviso, rumore -
Colpa di chi non so,colpa mia,di Dio,del fato o delle fate -
Colpa del non aver avuto alternative, colpa che eravamo  sole -
Che confidavo  nei tuoi poteri infiniti, che ti facevano  essere diversa  -
Vedere i fantasmi, toccarli, continuare ad amarli -
Vedrà anche lei, pensavo -
Ho confidato  nella carezza  sul muso,nel prato del cielo -
Pensavo  la vedessi  passare  dal ponte, per andare dall'altra  parte -
Senza star male,pensavo  me lo raccontassi  -
Come hai sempre  fatto,con il sorriso sulle labbra -
Parlando del nonno e di Ambra -
Con i tuoi racconti, speciali, surreali, reali -
Hai ripreso a tuffarti  nelle palline e nell'acqua  -
Tuo padre,  ancora una volta,  non c'era -
Lontano  per due anni,ma io lo amavo  ugualmente  -
Si ricordano le cose belle, quelle brutte,  strada facendo,  si dimenticano!  -
Diceva  il nonno,  quando  piangevo  per qualche  rimpianto -
Ti insegnavo ad amarlo  ugualmente, il tuo papà -
Lo guardavi  con i miei occhi -
Lo ricordarvi  con il mio cuore e i miei racconti, spesso lontani  dalla realtà -
L' immagine  che ti davo di lui era l'unica  che avevi per farti un'idea  -
L’unica per continuare  a volergli  bene -
La tua camera  cosparsa  dalle sue foto,come quella  che lo ritrae etereo -
Ecco, lo vedi, quel bar là, all'angolo della via! -
Sporgendomi dal finestrino della macchina in corsa, te lo indicavo ogni volta -
Buttandomi addosso a te che sembravi una statua di ghiaccio, immobile, fissa -
Ti dicevo  che lì lo avevo  incontrato, il tuo papà,  tanto tempo fa -
Era bellissimo Giulia, in questo  locale,  l’ho visto la prima volta! -
Mi rispondevi che lo sapevi  già,che te l'avevo detto mille volte -
Eri arrabbiata con lui, con il suo non esserci  e non volevi  sentirne parlare -
Io insistevo, a raccontare  -
Era il più bello del mondo, in quel bar,  quella notte, vestito  con la mimetica!  -
Quando l'ho visto la prima volta era scappato dalla caserma militare! -
Appoggiato sulla destra,  al muro di entrata sembrava illuminato di luce!  -
In quel locale buio pareva ci fosse solo lui e pensai che da lui avrei voluto te! -
Tu,  nonostante io mi sforzassi con tutta l’enfasi del mondo, non cambiavi -
L’espressione di chi non ne voleva sentir parlare era sempre uguale -
Così è stato,dopo mesi, anni,pianti  e sorrisi, dopo tutto,  sei arrivata  tu -
La cosa migliore  che ci fosse mai capitata, il nostro  capolavoro, scopo, regalo -
Scesa da una stellina  per noi,mandata  dal Cielo per me -
Quello stesso Cielo che pensavo mi avesse abbandonata -
Hai sempre  desiderato un fratellino, una sorellina  -
Lo chiedevi  a Babbo  Natale, a Gesù Bambino, a  chi non l'ho ancora capito  -
Lo chiedevi  tutti gli anni il ventiquattro dicembre  -
Mi dicevi  che tanto non ti avrebbero ascoltato, che fosse impossibile sentire  -
Così che ti ho riempita di gatti, di cani,di pesciolini che morivano di freddo -
Di tutti i cuccioli  del mondo,ma non sono bastati  a coprire  i tuoi vuoti -
A sostituire  il fratellino  che volevi, il papà che non c'era -
Boom, boom e boom -
Improvvisamente,   ho ripreso  ad ascoltare, a darti il mio tempo  -
A darti gli abbracci  che cercavi  e le favole  che volevi  -
Alternandole   ai non ricordo bene,i ricorderò, i domani  -
Mi fermavo,  a volte,  a guardare, se avessi sbagliato, dove, quando, perché  -
Tornate  a festeggiare, a cantare, a ballare  -
Alle feste venivi  anche tu, come prima, prima che ti annoiassero  -
Improvvisamente,   ti piacevano  ancora  -
Bene, non cambieremo  mai, era solo un'impressione il suono del burrone!   -
Noi non cadremo mai, troppo  forti, unite, eterne, troppo  di tutto! -
Prendendoti per mano, ti spiegavo che non avremmo mai fallito -
Le prove le abbiamo  superate, insieme  e, così, sarà per sempre!-
Tornate a giocare, a sognare, a non soffrire, a dimenticare, a perdonare  -
Anche  i tuoi poteri erano tornati  -
Il mio sconforto,  capitava  che tornasse  anche lui -
Mi consolavi senza sosta con  un bacio, una parola, un per sempre  -
Guarda, c'è Ambra, sta correndo mamma e ride felice! -
Anche Cesarina  è ancora  qua, non puoi non sentirla, devi riuscire  a toccarla!  -
Altri cuccioli  arrivavano, per farti dimenticare  la morte con una nascita  -
La morte,  dovevo  dimenticarla io, il non essere non lo sopportavo -
Per me era privo di senso e di sensi, totalmente ineffabile  -
Non potevo più toccare, vedere, ascoltare, sentire, gustare -
Il tuo sesto senso, invece, non ti portava via niente -
Lasciava tutto lì, un’altra dimensione che si mischiava con la nostra nell’infinito -
La fine modificata da nuovi  inizi,buchi dell'anima vestiti  di nuove  presenze  -
Riempivo  la vita per non star male,per vederti  felice -
Per riempirci  di essere,di speranza, di eterno  -
Il papà non c'era,ma c'era altro, altri esseri ci colmavano l'esistenza  -
La noia non l'abbiamo  mai conosciuta, la tristezza sì,la gioia anche -
Cuccioli  e vita, piccoli fratellini che crescevano e cagavano  -
Cuccioli  da pulire,  da curare,  da amare, da sopportare -
Casa in delirio, peli a non finire, divani rotti, oggetti ovunque -
Delirio  delle mani putride  di odori -
Stanchezza  la sera,notti insonni, risvegli con le prime luci dell’aurora -
Neve e passeggiata con i cani, pioggia  e passeggiata  con i cani -
Tenebre e passeggiata con i cani, luce e passeggiata con i cani -
Domenica  e gita con i cani, arrivati  per curare le ferite insanguinate -
Abbandonati dai cattivi e raccolti  dai buoni -
Noi che non sappiamo  dire di no,che non sappiamo voltarci -
Crediamo  di essere onniscienti,  instancabili, invalicabili -
Il caldo e i balconi  chiusi  per non farli cadere giù,i gatti -
Gatti affascinanti, divini,eleganti, dei impietriti  sul camino  -
Gatti a non finire,gatti da accudire  -
Vi porteranno fortuna  tutti questi gatti! -
Disse una donna dalle sembianze  feline -
Gatti che riempiono  il letto senza farci dormire -
Le mattine  stanche, ci guardiamo  resistere  e persistere  -
Boom, più forte boom, fortissimo boom -
E' suonato  il telefono, in una mattina di settembre -
Tuo padre è tornato,ancora una volta,dopo tutto questo tempo -
Centomila battiti di un faro impazzito -
Mi tremavano le dita, facevo fatica a rispondere -
A dargli ancora una possibilità di salvarsi dai rimpianti -
Un’occasione per tornare nella tua vita e, così, ho risposto, dopo cento squilli -
Ti avevo detto che sarebbe arrivato,il giorno del suo ritorno -
Se ne è andato di nuovo,in questo mese di maggio ha annullato tutto -
Tutta la mia vita, la mia forza, la mia linea sospesa infinita -
Tutto quello che credevo di aver conquistato e salvato -
Ho dato il peggio -
Ora soffia forte,dimentica,siamo in due -
Non batterti contro di me, facciamo la pace -|  |