Lo odio, lo detesto,tuo padre -
Non riesco più ad amarlo, a sopportarlo
-
A difenderlo,a proteggerlo
-
A giustificarlo ai tuoi occhi, occhi
che vedono -
Che scrutano,
che giudicano,che crescono -
Non riesco
più a giustificarlo alle
tue orecchie -
Che sentono,
registrano,ascoltano -
Le canzoni che canto e che ti tocca sentire -
“Pallido il mio viso sembro
quasi morto -
Non sento più le mani e l'odio che ti porto
-
E come fossi d'olio scivoli addosso .-
E non mi importa
tanto poi di questo fosso -
Sul ciglio posso stare,senza dover pensare .-
Al rischio di cadere giù
-
Che tanto se anche fosse dal mio cranio rotto -
Non ne verrebbe fuori mica vino rosso -
Ma solo il tuo pensiero su di me riflesso
-
Arrugginito
dentro come un chiodo
fisso -
Si scioglie la mia faccia nel fango dei ricordi
-
Mi manca l'aria, mi manca il fiato -
(Negramaro)” -
E, le mie favole, non bastano più -
L'unica favola che ancora ti racconto è quella delle Pine -
Impazzisci quando
faccio le voci della famiglia Pini -
Solo ieri mi hai detto che non ti fanno più ridere come una volta -
Però, ogni sera, me la chiedi -
Sperando di farti una risata come quando eri piccola -
Tuo padre, non riesco più a parlarti bene di lui -
Perché non riesco più a trovargli nulla
di buono di cui parlare
-
Il nonno si sbagliava quando diceva che si ricordano solo le
cose belle -
Ora, quelle brutte, me le sogno anche di notte -
E mi chiedo
come ho fatto, a sopportare
tanto -
Non riesco nemmeno più ad omettere -
Tuo padre,fa il fratello,
non si prende mai il suo ruolo
-
Non l'ha mai preso -
Ha sempre fatto il figlio,
di sua madre
-
Che non l'ha mai trattato
come un uomo,se non quando era piccolo
-
Obbligandolo a sopportare
pesi immensi,
abbandoni, tradimenti -
Obbligandolo a vedere
cose che non avrebbe
mai dovuto vedere -
A sentire quello che nessun bambino dovrebbe
mai sentire
-
Costantemente,
giorno dopo giorno -
Per egoismo,
per ignoranza,
per superficialità -
Perché, le madri, possono sbagliare
-
Tuo padre,fa il figlio,delle sue sorelle -
Che non riesco nemmeno
più a contarle
-
Che non si sono mai schierate
dalla nostra
parte -
Che sono sparite
insieme
a lui,per mesi,per anni -
Tuo padre,nel ruolo
di figlio,mio e tuo -
Che schifo cazzo,non doveva andare così -
Avremmo
dovuto
essere una famiglia
tradizionale
-
Invece
siamo
solo una famiglia
-
Piena di donne e
animali -
E con un bambino tra
i coglioni che si è sempre rifiutato
di crescere -
Un bambino
che non ho fatto io -
Che mi ha succhiato l'anima -
Portandosi
via tutta
l'energia dell'universo -
Lasciandomi svuotata di quel che non vorrei
-
Pathos, carezze, fiducia negli uomini -
Fiducia in quel tipo d'amore, come se non esistesse più -
Ma esiste, non dubitarne mai, da qualche parte, esiste! -
Diceva la vocina dei sogni -
Io, le vocine buone, non le sento più -
Sempre più spesso sento
solo quelle cattive -
Faccio fatica
a sopportare gli esseri
umani,a parte te -
La nonna
e gli amici,pochi, veri, diversi come me -
Tuo padre ha scelto
la sua vita effimera -
Di passaggi, di niente, di alienazione
-
Per non guardare,
non amare,non soffrire, non gioire -
Per non avere responsabilità e non sentirsi
in colpa -
Per non far sentire
in colpa sua madre
-
Per
non dirle mai quello che pensava -
Quello
che ha sempre
cercato
di soffocare -
Tutta la sua rabbia di un'infanzia
sbagliata
-
Tuo
padre,
con una vita vuota -
Una vita senza sentire,
che vita di merda
-
Senza di te, ma come fa -
Ti frequenta troppo poco per conoscerti -
Eppure
ha la presunzione
di sapere tutto -
Di chiederti quanto bene gli vuoi -
Se
vuoi più bene lui, a me o alla nonna
-
L'unica
nonna
che hai e che non ti ha mai abbandonata -
Vorrebbe
sentirsi
dire che vuoi più bene a lui -
Ti ha persa di vista troppo tempo
per sapere chi sei -
Chi sarai echi vorresti
essere -
Cosa vorresti
fare,chi vorresti
frequentare,
chi vorresti
amare -
Da chi vorresti essere amata -
Eppure, a quel padre lì, tu gli vuoi bene -
Perché
è l'unico che
hai -
E mi sento tremendamente in colpa a parlartene
male -
A scrivere di lui -
Dovrei omettere come ho fatto per otto anni -
Raccontarti
ancora
di quando l'ho
visto per la prima volta -
Bello come il sole -
Di quando mi diceva che stare
con me gli piaceva -
Perché era come stare con se stesso -
Queste pagine le leggerai
quando
sarai grande -
Le
leggeranno tutti
quelli che ne avranno
bisogno
-
Di sentirsi raccontare una storia,la nostra,uguale
a
tante altre -
La leggerai insieme a tutti i figli che hanno sofferto -
E alle madri che hanno
sbagliato
e ai padri che non ci sono stati
-
Per permettere a tutti loro e a tutti noi di perdonarsi
-
Di perdonare, di crescere e cambiare -
Di condividere
gioie,emozioni, sensi di colpa -
La catarsi che ci ha insegnato
la filosofia -
Quella che ci purifica da tutti i nostri
mali -
Nel momento stesso
della rappresentazione -
Leggerai
queste pagine
in un giorno lontano -
Quando
potrai capire
-
Tuo padre, forse, crescerà anche lui e,
anche lui, leggerà
-
Quello che, oggi, non ha mai dimostrato di aver capito -
Il dolore che
ci ha dato -
Non ha mai avuto un solo attimo
di pentimento -
Una parola di scuse -
Non io, la vita, gli presenterà
il conto e sarà salato -
Come tutto
quello che, prima o poi, scontiamo quando
sbagliamo
-
A maggio, l'anno scorso, in quel letto, l'ho abbracciato -
Avvinghiata
a lui, con le gambe,con le braccia -
Con la bocca
e
l'anima -
Non lasciarmi più, resta con noi per sempre!
-
Gli ripetevo in continuazione -
Sussurrandoglielo nell'orecchio, mentre lo annusavo -
Dopo otto lunghissimi
anni in cui, quell'odore, mi era mancato -
E lo riconoscevo, lo divoravo e, tu, in camera tua,
a un passo da noi -
A un passo dall'inferno -
Non saprò
mai se dormivi, non ho controllato
-
Perché, in quel momento, c'era solo lui -
Il tuo papà e la mia debolezza nelle sue mani -
Tutti i genitori
del mondo stanno nello stesso letto!
-
Mica si chiedono
tutti se i figli dormono
prima di amarsi!
-
Mi sono detta -
Tutti i genitori
che stanno insieme, nell'abitudine -
Nella routine delle
notti e dei giorni
-
Le domande svaniscono
-
Si danno per scontate le risposte
-
Alle due di notte dormono
per forza i bambini!
-
Noi non avevamo
alcun diritto
di stare nello stesso letto -
Perché non eravamo
abituati
e non avevamo
abituato
te -
Ci stiamo riprovando Giulia, io e la mamma
torniamo
insieme! -
Ti ha detto al mattino, alle prime luci dell’alba -
Avrei dovuto fermarlo, far sì che tacesse -
Invece, ho lasciato che fosse,che ti illudesse
-
Senza fiatare, senza carattere
-
Penso sia stato solo un errore!
-
Mi ha detto tuo padre quattro
giorni dopo e poi ha pianto -
Dopo essersi
fumato l'impossibile -
Presentandosi
a casa nostra in condizioni pietose
-
Perché non regge le emozioni -
Belle o brutte che siano -
Non è mica la fine del mondo,
Giulia capirà! -
Diceva tra le lacrime,
fissando il vuoto
-
Ma non ci stavate riprovando ?
-
Mi chiedevi a ripetizione, lasciandomi senza fiato -
Mentre ti portavo a scuola nel delirio di una delle nostre mattine
-
Tra cani, guinzagli arrotolati e cartelle -
Il nonno diceva sempre che le minestre riscaldate non sono più buone! -
Risposi,
ma tu insistevi, giustamente -
Le minestre ? -
Tutto quello
che proviamo a ricostruire dopo che è stato distrutto! -
Non avevo nemmeno
il coraggio di guardarti in faccia -
Come quel bicchiere rotto
dalla Margherita ?-
Quello
che hai provato ad aggiustare e perde acqua da tutte le parti!
-
Eri troppo
intelligente per non capire -
Sì Giulia, proprio come quel bicchiere lì! -
Perdonaci -